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"La Rete dà la possibilità, a chi ama scrivere o fare foto o qualsiasi altra cosa, di mostrare ogni volta un pezzo di sé. Mostrare è un po’ come dare alla luce, come dar vita, ad ognuno di questi aspetti che dentro di noi attendono di poter vivere e agire ed entrare in contatto con il mondo che è fuori".

martedì 25 settembre 2007

www.harukimurakami.wordpress.com

A luglio, credo, ho creato un sito che voleva essere un diario di lettura dei romanzi di Haruki Murakami. Avevo appena finito di rileggere per l'ennesima volta il primo capitolo di Dance Dance Dance e ne avevo tratto tutta una serie di considerazioni. La lettura di quel romanzo aveva creato dentro di me come un precipitato di tutte le letture, le suggestioni che da lungo tempo andavo collezionando.
Il Giappone, che avevo consciuto tramite il Kendo, quello teorico delle parole dei Mestri e quello tangibile di Minami che ti salutava prima di tornare a Fukuoka con con le mani che abbracciavano le tue mani e quello struggimento leggero e profondo nei suoi occhi dentro i tuoi. (Niente di sentimentali, che vi credete! Era solo che finiva la sua vita europea e andava a cercare lavoro a casa sua. Andava a sposarsi a fare bambini, una vita si chiudeva e un'altra cominciava.)
Il buddismo che legge il mondo con la chiave dell'ineterdipendenza e della responsabilità, che mi aveva affascinata, conquistata sin da quando avevo letto La fatttoria biologica di Masanobu Fukuoka (ancora Fukuoka, che strano, non me ne ero mai accorta…). Avevo comprato quel libro per trovare ricette imprenditoriali, all'epoca ero dedita al ripiegamento tattico nel terzo settore, e mi ritrovavo tra le mani una visione dell'universo. Dopo la lettura di quel libro ho cercato su internet cosa ci fosse di buddistico a Roma e ho trovato un Lama francese a due passi da casa mia. Due passi. Sono stata nel suo sangha qualche anno, ci sono stata bene, si respirava un'aria di grande libertà, di sperimentazione. Poi è finita, ma il concetto di interdipendenza è rimasto nella visione che ho del mondo.
E poi le letture, faticosamente portate avanti e ancora nebolose sulla relatività, sulla fisica quantistica, sul tempo, sullo spazio, sull'Universo in espansione e sulle sue leggi autoprodotte.
E le mie esperienze, le mie difficoltà a trovare un posto nel mondo, un posto che sentissi mio, in cui mettere radici per poi andare avanti.
Tutto questo era presente, era, Dance Dance Dance. Quando ritrovo i miei pensieri, la percezione che ho del mondo nella mente di un altro, nei suoi atti, nel suo essere riuscito a combinare qualcosa di buono - Diamine! ha scritto un libro, un bellissimo libro, tradotto in tutto il mondo, partendo, in parte, dai pensieri che ho anch'io, che ci rendono difficile e così interessante la vita in nostra compagnia! - Quando ritrovo tutto questo, dicevo, provo una grande gratitudine e un grande senso di liberazione, un'allegria che mi dà la possiblità di mettermi a lavoro. E così ovviamente ho fatto un sito: Haruki Murakami, per me