
Non c'era buon senso, non c' era legame che potesse mettere i personaggi al riparo dal susseguirsi degli eventi. Prima o poi tutti avrebbero dovuto partecipare, fare la loro parte, quale che fosse.
Quando ho "partorito" la Fatina della Rete ho pensato che ciò che mi muoveva era la stessa forza. Non c'era un motivo reale che mi spingeva su questa strada, c'era invece una necessità, personale, che mi portava ad agire. Una necessità umana. Dovevo rientrare nel mondo, tessere la mia rete nella grande rete degli eventi. Ho preso queste mie considerazioni alla lettera e mi sono buttata nel Web, a tessere paziente la mia tela, senza avere ancora chiara la trama.